Agrifoglio
Nome scientifico: Ilex aquifolium L.
Famiglia: Aquifoliaceae
Nome volgare italiano: Agrifoglio
Nome dialettale marchigiano: Piccarelli, stregonio
Descrizione
Piccolo alberello sempreverde, alto fino a 6-8 m, ma più spesso arbusto. Ha foglie semplici ed alterne, molto coriacee, di colore verde-scuro brillante sulla pagina superiore e verde-chiaro opaco in quella inferiore. Il margine fogliare, ondulato nelle piante giovani, è quasi sempre spinescente, tranne che nelle foglie di esemplari maturi, dove si presenta traslucido e liscio o al massimo appena dentato. I fiori, molto piccoli e bianco-verdastri, sono portati all’ascella delle foglie. I frutti (drupe), rotondi, polposi e di colore rosso-vivo alla maturità, sono brevemente peduncolati.
Biologia
Fanerofita arborea, ma più comunemente arbustiva. I fiori, solitari e riuniti in fascetti, si sviluppano in aprile-giugno, mentre i frutti, che maturano in autunno, permangono sulla pianta anche in inverno. Si propaga per seme e polloni ed ha un accrescimento molto lento. Numero cromosomico: 2n = 40.
Distribuzione
E’ specie con areale molto vasto che riguarda le zone submediterranee e subatlantiche delle Isole Britanniche, l’Europa occidentale, l’Africa settentrionale e l’Asia occidentale (aree geografiche dove la temperatura massima giornaliera non scende sotto gli 0°C per almeno 345-350 giorni l’anno). E’ presente in tutte le regioni italiane, ma ovunque è specie divenuta molto rara a causa delle continue ceduazioni dei boschi. Anche nelle Marche, per il taglio esagerato, presenta una distribuzione caratterizzata per lo più da individui isolati o riuniti a piccoli gruppi. Nella Selva è comune nel sottobosco in forma di cespuglio e, più raramente, di alberello.
Ecologia
E’ pianta che ama vivere in ambienti poco soleggiati, umidi ed abbastanza piovosi. Predilige terreni freschi e ricchi di humus, siano essi montani che submontani e collinari; vegeta nei boschi di faggio, nonché in quelli di castagno, di leccio e, più raramente, di carpino nero.
Note
E’ specie relitta dell’Era Terziaria, un tempo comune soprattutto nei boschi montani. I rametti con i frutti (molto ricercati dagli uccelli e velenosi per l’uomo), come è tradizione nei paesi nordici, sono usati per addobbi e decorazioni natalizie, nonché come simbolo di buon augurio. E’ protetta dalla Legge Regionale del 13 marzo 1985, n. 7 e successive modifiche.