Alloro
Nome scientifico: Laurus nobilis L.
Famiglia: Lauraceae
Nome volgare italiano: Alloro
Nome dialettale marchigiano: Lauro, melauro
Descrizione
Albero sempreverde di piccole dimensioni (4-8 m di altezza), con corteccia prima liscia e verde, poi finemente rugosa e grigio-scura. Le foglie, verde-scure, coriacee, semplici, alterne e glabre, hanno forma bislunga o lanceolata e sono spesso ondulate al margine. I fiori, dioici e di colore bianco-giallognolo, sono inseriti all’ascella delle foglie e riuniti in ombrelle portate da peduncoli lunghi 1 cm. I frutti (bacche), di colore nero-violaceo alla maturità, si trovano sugli individui femminili e contengono un solo seme.
Biologia
Fanerofita arborea ma più comunemente arbustiva. Fiorisce in marzo-aprile ed i frutti permangono sulla pianta anche in inverno. Le foglie sono di odore gradevole ed aromatiche. Si propaga per seme, polloni radicali e talea.
Numero cromosomico: 2n = 42.
Distribuzione
E’ specie stenomediterranea, cioè strettamente legata alle zone più calde del bacino mediterraneo. In Italia è presente in tutto il territorio, dai piedi delle Alpi alle isole, ma in quasi tutte le stazioni è da considerarsi inselvatichita o coltivata. Nelle Marche pur essendo specie ampiamente coltivata e spontaneizzata, particolarmente lungo la costa, si rinviene anche in stazioni autoctone relitte come: Valleremita di Fabriano, Gola di Frasassi, Gola del Rio Freddo, Gola del Furlo e territorio del Catria. Nella Selva, in alcuni tratti poco acclivi, è specie arbustiva comune del sottobosco.
Ecologia
E’ pianta che allo stato naturale vive in isolate stazioni umide di limitata estensione, dove vegeta sia con pochi esemplari che formando piccole cenosi quasi allo stato puro. Tali stazioni si trovano all’interno di boschi di leccio o di altre latifoglie eliofile che rivestono rocce calcaree (come cenge di gole rupestri o zone limitrofe ai greti dei fiumi), situate a quote poco elevate (massimo 500-600 m).
Note
E’ specie simbolo di eternità, largamente coltivata per ornare i giardini e come pianta aromatica. Inoltre le foglie ed i frutti (questi ultimi velenosi per l’uomo) sono utilizzati nell’industria farmaceutica ed in quella dei liquori. Fin dall’antichità è usata per incoronare persone illustri e decorare luoghi sacri. E’ inserita nell’elenco delle specie floristiche rare o in via di estinzione delle Marche, redatto ai fini dell’applicazione della Legge Regionale del 30 dicembre 1974, n.52