Cicerchia Veneta
Nome scientifico: Lathyrus venetus (Miller) Wohlf.
Famiglia: Leguminosae
Nome volgare italiano: Cicerchia veneta
Descrizione
Pianta erbacea perenne e rizomatosa. Il fusto, eretto, striato longitudinalmente, semplice o più frequentemente ramoso, è alto 30-40 cm. Le foglie, glabre e di colore verde-scuro brillante, sono suddivise in 2-3 paia di segmenti (foglioline) ovati o ellittico-acuminati (2-3×4-6 cm) vellutati e glandulosi.
Biologia
Neofita rizomatosa, La fioriture avviene in maggio-giugno ed i frutti giungono a maturità tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. Si propaga per seme.
Numero cromosomico: 2n=14.
Distribuzione
E’ specie pontica, cioè con areale che gravita principalmente nei territori a nord del Mar Nero. In Italia è diffusa in tutte le regioni ad esclusione della Sardegna. Nelle Marche è presente nei piani altitudinali mediterraneo, submediterraneo e montano (non oltrepassando però i 1200-1300 m di altitudine). Nella Selva è specie piuttosto comune.
Ecologia
Vegeta prevalentemente nei boschi collinari e submontani di carpino nero mentre è meno frequente in quelli di castagno, di querce caducifoglie (ad eccezione dei querceti aperti e molto soleggiati di roverella dove è assente), nonché nelle faggete più termofile e nei boschi più mesofili di leccio. E’ specie tipica del sottobosco e non presenta particolari preferenze per il tipo di substrato.
Note
E’ pianta facilmente confondibile con l’affine Lathyrus vernus, diffuso però prevalentemente nelle faggete sviluppate su suoli calcarei e che si distingue per i fiori più grandi, per le corolle rossastre, nonché per il calice che presenta i denti della stessa lunghezza del tubo calicino, contrariamente a Lathyrus venetus che li ha più corti.